Webinar: Lesioni cerebrali e Psichiche del Covid 19
QUANDO: 23 gennaio 2021
  • EVENTO

DISTURBI NEUROLOGICI E PSICHIATRICI DA COVID-19
Dr. Marilena Capriotti, medico-chirurgo, specialista in Neurologia


Sia dall’esperienza personale, che da una attenta e prolungata ricerca su Pub Med, si evince che, le conseguenze neurologiche, psicologiche e psichiatriche, sono molto rilevanti.

  • Le complicanze neurologiche sono a carico e del sistema nervoso centrale, che periferico che muscolare. Le più frequenti sono la Ipo o Ageusia ( la perdita completa o parziale del gusto). Il gusto è la percezione del salato, dolce, acido e amaro. I recettori gustativi, siti all’interno dei calici gustativi, che sono presenti sulla lingua ma anche a livello del palato molle, del faringe, laringe, epiglottide, ugola, III superiore dell’esofago, labbra.
  • Lo stimolo gustativo viene trasmesso dal VII nervo cranico (corda del timpano e gran petroso), dal IX e dal X nervo cranico. Tale informazione raggiunge il tratto del nucleo solitario, il talamo, la corteccia e l’ipotalamo.
    Un altro sintomo è la Ipo o Anosmia (perdita parziale o totale degli odori) La percezione olfattiva viaggia attraverso recettori specifici all’interno della cavità nasale situati su specifiche cellule: recettori dei peluzzi olfattivi, da qui parte una via nervosa che raggiunge il bulbo olfattorio, e quindi va verso varie aree dell’encefalo in cui sono localizzati diversi centri regolatori tra cui anche quelli del respiro, verso la benderella olfattoria che raggiunge l’area olfattoria primaria della corteccia preippocampale, l’amigdala e il corpo mammillare.
    Si verifica talora una cascata infiammatoria che può innescare una coagulazione intravasale disseminata.
    Sono vari i modi in cui il virus può provocare disfunzioni neurologiche in quanto può colpire diversi organi (polmoni, reni, cuore).
    Il cervello può anche soffrire per mancanza di ossigenazione o per disturbi della coagulazione che possono indurre ictus ischemici e/o emorragici, il virus può infettare direttamente il cervello e le meningi.
    La risposta del sistema immunitario può creare infiammazione: da cui il possibile danno al cervello e ai nervi.
    Da una metanalisi (Brain, ottobre 2020)lo studio condotto su 48 studi tra dicembre 2019 e maggio 2020, riportava 70 pazienti con Covid positivi, di cui il 53,4% aveva avuto uno Stroke, il 24,7% una S:di Giullain Barrè, 11% avevano avuto meningiti, Encefaliti ed Encefalomieliti. Le manifestazioni neurologiche tendono a svilupparsi da una a due settimane dopo l’insorgenza dei sintomi respiratori.
    Le lesioni isto-patologiche (emerse da altri lavori) evidenziano per la maggior parte microtrombosi con localizzazioni più frequenti nella capsula interna, nel peduncolo cerebellare medio, nella sostanza bianca sottocorticale e nel corpo calloso. Sono più rare le emorragie subaracnoidee in genere parieto-occipitali.

Da (Neurology,2020) è emerso un aumento, nei Covid pos. del Gfap ( proteina acida fibrillare gliale) di norma presente negli astrociti, esso aumenta nel sangue se c’è un danneggiamento cellulare del neurone e un aumento della Nfl (proteina del neurofilamento leggero),
Non si capisce se questo aumento è dovuto al virus o all’effetto della abnorme risposta immunitaria, ma si attuano studi che possano utilizzare questi biomarkers per valutare la evoluzione della malattia.


Conseguenze Neuropsichiatriche
Noi stiamo vivendo uno stato di trauma continuato, in cui ognuno di noi ha una sottile paura che ogni giorno cerca di affrontare, razionalizzare e superare.
Questa paura è amplificata dalla solitudine, dalla mancanza di relazioni, nei giovani e negli anziani, dalla mancanza di speranza, di creazione di obiettivi, di gravi problemi economici, di ripiegamento su noi stessi.
Questo stato di allarme, induce ogni giorno un aumento della nostra produzione di CORTISOLO.

Il nostro aumento di cortisolo, ogni giorno crea 4 danni:

  1. uccide i neuroni della nostra corteccia prefrontale sx e orbito-frontale, con conseguente riduzione di disponibilità di serotonina e conseguenti turbe del Tono dell’Umore (stanchezza, ansia, depressione, apatia, anedonia)
  2. blocca la Neurogenesi( creazione di nuovi neuroni, che avviene nell’Ippocampo che è la cassaforte della nostra memoria) con conseguente riduzione delle funzioni cognitive quali attenzione, concentrazione e memoria,
  3. Iperattivazione dell’Amigdala, con attivazione della paura e della rabbia, ritenuta la nostra macchina fotografica, con conseguenti manifestazioni somatiche dell’Ansia, quali la tachicardia, i disturbi gastro-intestinali, gli spasmi muscolari, attacchi di panico.
  4. modificazioni dell’espressione del nostro DNA.

Circa una persona su cinque ha disturbi psichiatrici tra 14 e 90 giorni dopo la diagnosi di Covid-19. ( Studio su 62.354 cartelle con diagnosi di Covid-19, condotta dal Dipartimento di Psichiatria dell'Università di Oxford (USA), pubblicata sulla rivista The Lancet Psychiatric.)
Nello studio Usa, i disturbi psichiatrici diagnosticati con maggiore frequenza sono stati i disturbi d’ansia e dell’umore, insieme all’insonnia.
Gli adulti hanno un rischio approssimativamente raddoppiato di ricevere una nuova diagnosi di disturbo psichiatrico dopo il Covid-19.
La ricerca, inoltre, rileva che una diagnosi psichiatrica nell'anno precedente è associata a una maggiore incidenza di diagnosi di Covid-19.
Interessante è lo studio del S.Raffaele, (Brain, Behavior and Immunity) coordinato dal professor Francesco Benedetti, psichiatra e Group leader dell’Unità di ricerca in Psichiatria e psicobiologia clinica.
Le conseguenze emerse da COVID-19 a livello psichiatrico, sono: disturbo post traumatico da stress, ansia, insonnia e depressione.
Lo studio è stato condotto su 402 pazienti (265 uomini e 137 donne) nell’ambito dell’ambulatorio di post COVID-19 che il San Raffaele ha attivato lo scorso maggio.
Sulla base di interviste cliniche e questionari di auto-valutazione, sono stati esaminati i sintomi psichiatrici dei pazienti COVID-19 a un mese di follow-up, dopo il trattamento ospedaliero. Di questi circa 300 erano stati ricoverati presso il San Raffaele e 100 erano stati seguiti al proprio domicilio.

I risultati dello studio
Nel complesso, i pazienti con una precedente diagnosi psichiatrica sono peggiorati e il 56% dei partecipanti allo studio ha manifestato almeno uno di questi disturbi, in proporzione alla gravità dell’infiammazione durante la malattia:

  • disturbo post-traumatico da stress nel 28% dei casi;
  • depressione nel 31%;
  • ansia nel 42%;
  • insonnia nel 40%;
  • sintomatologia ossessivo-compulsiva nel 20%


COVID-19 ed effetti di genere

Tra chi non ne era mai stato affetto, in particolare sono le donne ad aver sofferto di più per l’ansia e la depressione, nonostante la minore gravità dell’infezione.